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Psicologi su Tik Tok

  • Immagine del redattore: Agata Delfina Ruggero
    Agata Delfina Ruggero
  • 9 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

I social hanno scatenato una sorta di tana libera tutti: ognuno, a prescindere dalla formazione e dall’ambito lavorativo, ha avuto ed ha la possibilità di aprire un profilo social e occupare il suo spazio virtuale. Una grande conquista in termini di libertà ed espressione. Ma quando ad occupare questo spazio virtuale sono dei professionisti, ed in questo caso parliamo di psicologi su Tik Tok, ecco che non possiamo tirarci indietro dal fare alcune considerazioni.

Io sono una psicologa e sono anche una (pessima) content creator su Tik Tok, piattaforma di cui apprezzo particolarmente le Live perché mi permettono di farmi conoscere in maniera non artefatta o filtrata: credo che chi segue una mia Live possa avere un’idea di me non completa ma sicuramente più ricca e complessa di chi invece legge un mio curriculum o una mia descrizione come professionista.



Preview del mio profilo professionale su Tik Tok
Preview del mio profilo da psicologa su Tik Tok

Abitando questo social da un po’, mi trovo quindi a farmi numerose domande: qual è l’impressione che diamo ai pazienti? Come mantenere l’equilibrio tra deontologia e possibilità? Non riuscirò ad esaurire questo tema in questo breve post ma colgo l’occasione per condividere 3 considerazioni fondamentali.



  1. Non si diventa psicologi con i punti del Conad. Quella dello psicologo è una professione che si costruisce nel tempo e con una formazione specifica disciplinata da normative (L. 18 febbraio 1989, n. 56). Questo per dire: da una parte i professionisti che si presentano come tali è necessario verificare che lo siano (altrimenti parliamo di abusivismo professionale) e al contempo chi parla di psicologia senza averne la formazione adeguata è un’opinionista.


  1. Il codice deontologico è come il codice della strada, non come il galateo! Mi spiego meglio: sia il codice della strada che il galateo sono delle regole di comportamento e condotta, ma nel caso del galateo seguirle o meno ha delle conseguenze di tipo morale e alla peggio arriva Csaba a giudicarci. Nel caso del codice della strada (e quindi anche del codice deontologico degli psicologi) le violazioni hanno delle conseguenze legali/penali! Non è una guida morale in 42 punti su come dovremmo comportarci ma è la nostra legge!


  1. Arriviamo a quella che reputo la questione più spinosa: Tik Tok rischia di diventare una sorta di supermercato di professionisti in cui ciascuno tenta di vendere i propri servizi a volte calpestando i principi del decoro e della dignità professionale. Chiaro che non viviamo nel mondo dei sogni: parliamo di lavoro e questo nella nostra realtà vuol dire anche che sia funzionale ad avere dei soldi per vivere, curarsi, formarsi, fare la spesa, pagare tasse, pagare interessi, bisogni e così via. Quindi è chiaro che nel promuoversi sui social il fine sia anche (ma non solo!) quello di arrivare a potenziali clienti. A mio avviso la parte controversa è il come! Serve una grande consapevolezza del proprio ruolo e del contesto in cui ci si trova per mantenere un giusto equilibrio tra il rispetto della professione e la legittima promozione dei servizi che si offrono.






 
 
 

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