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È meglio fare psicoterapia online o in presenza?

  • Immagine del redattore: Agata Delfina Ruggero
    Agata Delfina Ruggero
  • 3 dic 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

La Salute Mentale è uscita dal dietro le quinte ed è diventata una comparsa, non ancora una protagonista! Tuttavia, la psicoterapia gradualmente è andata svestendosi di sontuosità e alta borghesia, arrivando oggi ad essere un bene pop, al pari di merce, e ci obbliga alla domanda: cosa metto nel carrello? È meglio fare psicoterapia online o in presenza? È un dibattito che può prendere il via da tantissimi punti, uno dei principali è la dualità mente-corpo. Notoriamente lo strumento principale della psicoterapia è la parola, tant'è che viene definita Talking Cure, rischiando di ridurla a chiacchiera. Se il contesto di questa riflessione è il tema online-presenza, ecco che appare evidente che lo svolgimento delle sedute online sicuramente amplifica la dimensione mente (intesa come dialogica, linguistica) e minimizza la dimensione corporea. Ne consegue che nelle sedute online ci sia il rischio di abusare dell'uso della parola perdendo un altro tipo di comunicazione: quella non verbale, del nostro corpo. Questo non significa che l'online sia un canale inadeguato per fare una buona psicoterapia, ma credo richieda che il professionista abbia consapevolezza sul setting (cioè l'ambiente, il contesto di terapia) e possieda strumenti che possano essere utilizzati anche a distanza.


È una sfida intrigante, che come professionista mi porta a pensare a modi in cui il corpo possa essere invitato a partecipare alla seduta. Tutte queste considerazioni, hanno a che fare con la responsabilità che io come professionista sento, sia rispetto a me stessa sia rispetto alle persone che si affidano a me.


Ci sono poi considerazioni di altra natura, che non riguardano la competenza del professionista, ma più incentrate sulle esigenze che ogni persona ha all'interno della sua vita: si preferisce che anche quell'ora di terapia venga semplificata per essere incastrata in una vita frenetica.

Seduta online vuol dire:

  • Comodità

  • Flessibilità

  • Economicità

  • Compromesso rispetto ad ansia, timidezza, paura dell'incontro



La terapia in presenza è differente. Innanzitutto ci si reca nello studio in carne ed ossa. Ci si sente più esposti: si prende tridimensionalità, si occupa uno spazio che non è quello dello schermo ma è quello degli almeno 12 mq della stanza di terapia. È un contesto conosciuto, anche solo per sentito dire, per immaginazione o per tutte le volte che nei film abbiamo visto scene di gente che va dallo psicologo. La sala d'attesa, ad esempio: nella terapia in presenza c'è uno spazio dedicato ad aspettare, ma nella scomodità di un posto che non si conosce, con la sensazione di inquietudine, imbarazzo e impazienza. Anche nelle sedute online c'è l'attesa, ma è nella propria casa. Le sedute in presenza, come si intende dalla parola stessa, implicano che si sia presenti: mente e corpo. Anche se a volte il corpo viene lasciato indietro, non ci si rende conto che si sta muovendo quel piede con frenesia, o si sta tamburellando con le dita sul bracciolo della poltrona. In presenza può essere visto e la psicologa chiede "Come mai? Cosa è frenetico in te? Cosa cerca ritmo?". Seduta in presenza vuol dire:

  • Maggiori costi

  • Tridimensionalità

  • Esperienza immersiva




In conclusione, sono entrambe soluzioni valide. Con pro e contro che ciascuno valuta individualmente. C'è chi dietro un computer sente di esprimersi in maniera incompleta, artefatta e c'è chi invece si sente protetto e libero. C'è chi non ha scelta. Quello che non può essere sottovalutato è la competenza del professionista, perché online o in presenza è la cosa che viene prima di tutto.



Un filo molto aggrovigliato con ad un capo una lampadina che non funziona, si ripete per altre due volte con il groviglio sempre meno annodato fino ad arrivare al filo teso, normale e la lampadina accesa.

 
 
 

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